L'uomo in scatola
Riflesssioni e provocazioni a difesa del libero arbitrio e della creatività
Alessandro Feroldi
Le informazioni sono i mattoni, la conoscenza è la casa finita. Con i suoi cinque sensi da migliaia d’anni l’uomo percepisce sensazioni, che con la mente elabora, trasformando l’esperienza in conoscenza. Questo processo va scomparendo, soffocato dal narcisismo imperante, dalla ricerca di consenso, dal comunicare più con un video che con le parole. Tanto che la metà dei ragazzi alla maturità non capisce l’italiano, perché non serve capire, non interessa la verità. Video ergo sum. L’uomo in scatola vuole essere un pamphlet illuminista, uno stimolo a coltivare le idee, lo strumento più potente che l’uomo abbia per preservare e accrescere la propria libertà. Tre capitoli sulle banalità imperanti (Apparire, Eccessi, Finzioni), tre capitoli su come il potere approfitti della perdita di identità e di umanità (Parole, Pensieri, Poteri), un capitolo finale sugli Sprechi, metafora del troppo che devasta e non soddisfa. L’uomo in scatola va a traino, da solo non pensa, non capisce.