Gli analfabeti
Rossella Milone
Alessio a volte non capiva dove finiva lui e dove iniziavano gli altri, e spesso aveva bisogno di lunghi periodi di sonno. Il sonno placava il turbinio delle storie degli altri, e aveva imparato ad addomesticare la loro invadenza innalzando confini, steccati, fili spinati. Ogni persona era una violazione. Per salvarsi doveva acquattarsi come i merli nel sottobosco; coi bambini era molto più facile, perché non c’era nulla di inaudito a parlare con loro della verità di ciò che erano: anche lo stato d’animo più difficile era una scoperta, non una condanna. Ma con gli adulti era una guerra persa il più delle volte, visto che pochi erano disposti a compiere la fatica di comprendere.